di Cristina Vonzun
Il 2017, anno dedicato al sesto centenario della nascita di San Nicolao della Flüe patrono della Svizzera, è stato ricco di eventi e pubblicazioni che hanno riproposto la figura del grande Santo eremita del Ranft. Nicolao ha fatto nuovamente parlare di sé anche domenica sera, al Palazzo dei Congressi di Lugano. Davanti a un pubblico numerosissimo, alla presenza di diverse autorità religiose tra le quali il vescovo emerito Grampa e personalità della società civile, il Teatro Popolare della Svizzera italiana ha proposto il dramma “La vera storia di Nicolao della Flüe” rivisitato da un radiodramma di don Cesare Biaggini degli anni ’80 grazie a don Marco Dania e Michele Radice.
Gli autori e il regista Yor Milano hanno dato alla rappresentazione l’aspetto di un musical, rendendola così emotivamente più coinvolgente. Insieme a Yor Milano, che ha interpretato il padre di Nicolao, hanno recitato attori professionisti di grande calibro, come Michele Radice, Maurizio Arena, Marino Zerbin e altri ancora e attori non professionisti, capaci però di distinguersi per una interpretazione a livello delle attese. La scenografia ben curata ha condotto il pubblico in due luoghi decisivi della vita di Nicolao: l’ambiente della casa dove egli matura e discerne la scelta fondamentale di lasciare la moglie e i 10 figli per seguire la volontà di Dio e ritirarsi nell’eremo del Ranft e la valle circostante con l’eremo.
Lo spettacolo ha voluto rappresentare soprattutto il dramma interiore vissuto da Nicolao davanti a quella che lui ritiene essere la chiamata di Dio. Il discernimento è mostrato molto bene, grazie a lunghi e profondi dialoghi del Santo con la figura del padre, del direttore spirituale e, in musica, con la moglie Dorotea. La complessa dimensione mistica del Patrono della Svizzera è stata rappresentata anche nel confronto con il demonio mediante un dialogo serrato in cui il tentatore cerca di sviare Nicolao dalla volontà divina. La seconda parte ha mostrato Nicolao all’eremo, dapprima consigliere di semplici e di grandi del suo tempo, poi confrontato con vicende note: la verifica del suo digiuno da parte del Vescovo e l’intervento a favore della risoluzione della Dieta di Stans. Il risultato è una piacevole interpretazione, al contempo dinamica e profonda, capace di far incontrare il pubblico col carisma non scontato di questo Santo.